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Le 4 Rivoluzioni del Turismo

Il settore turistico è da sempre stato protagonista di trasformazioni e rivoluzioni, da citare tra le più recenti abbiamo: dagli albori del turismo organizzato e del pacchetto turistico (1960-90), alle low cost carrier e al clou del turismo massivo (1990-2000), passando poi alla fase del turismo globale incentrata su digitalizzazione e home sharing (2001-2020). Dal 2021 il turismo sta vivendo l’ennesima trasformazione, che non solo sta cambiando il modo in cui i viaggiatori si relazionano con le destinazioni, ma anche la gestione stessa delle destinazioni turistiche e la definizione del loro ruolo nel settore.

Tali rivoluzioni avvengono attraverso la trasformazione dei modelli turistici tradizionali in nuovi paradigmi. Analizziamo questi cambiamenti e come le destinazioni devono adattarsi di conseguenza per rimanere competitive e al passo con l’evoluzione.

I cambi di paradigma alla base delle rivoluzioni di settore

1. Dal turismo di massa al turismo personalizzato

Tradizionalmente, il turismo era orientato verso l’efficienza dei servizi e l’obiettivo di attrarre il maggior numero possibile di visitatori per massimizzare i profitti. Questo modello ha dominato per decenni, concentrandosi su pacchetti turistici standardizzati. Tuttavia, oggi il trend si sta spostando verso la personalizzazione: i viaggiatori cercano esperienze autentiche, uniche, incentrate sui propri interessi e preferenze. Le destinazioni quindi devono ora offrire soluzioni su misura, che permettano di vivere esperienze indimenticabili e non solo di “spuntare la lista” dei luoghi da visitare.

2. Dal focus sulle mete al focus sulle esperienze

In passato, il turismo si concentrava prevalentemente sulle destinazioni iconiche: il successo era misurato dal numero di arrivi e presenze turistiche. Le persone viaggiavano per “vedere” luoghi famosi e fare foto, spesso senza un vero coinvolgimento emotivo. Ora, invece, la centralità del viaggio è l’esperienza stessa: le persone vogliono immergersi in attività che stimolino emozioni, apprendimento, e connessioni umane. Le destinazioni devono ripensare il marketing, puntando su esperienze memorabili che parlino alle passioni, ai desideri e ai sogni dei viaggiatori.

3. Dalla quantità al valore

Il successo turistico non si misura più dalla semplice crescita dei flussi turistici, ma dal valore che il turismo apporta a una destinazione. I visitatori di oggi sono più consapevoli e ricercano esperienze che siano in equilibrio con le comunità locali. Le destinazioni devono concentrarsi su flussi turistici più sostenibili, in grado di apportare benefici a lungo termine sia per la comunità locale che per il viaggiatore. Il modello basato sulla quantità sta cedendo il posto a quello che privilegia qualità e valore dell’esperienza.

4. Dal turismo passivo al turismo attivo

Il turista non è più un consumatore passivo che riceve offerte predefinite senza poterle personalizzare. Il turismo esperienziale ha preso piede: il viaggiatore moderno è un attore protagonista, che partecipa attivamente alla costruzione della propria esperienza. Questo implica una gestione del turismo che sappia andare oltre la semplice offerta di servizi e che coinvolga i turisti nel processo di scoperta, interazione e partecipazione, arricchendo la loro esperienza e rendendola unica.

5. Dal turismo consumista al turismo sostenibile

Il turismo, in passato fortemente legato a logiche consumistiche, ha dovuto fare i conti con i suoi impatti ambientali e sociali. Oggi la sostenibilità è diventata un valore imprescindibile, tanto che le destinazioni stanno ripensando la loro offerta in ottica ecologica e di rispetto verso le comunità locali. La ricerca di esperienze autentiche, che rispettano l’ambiente e il patrimonio, è un’esigenza che cresce sempre di più tra i turisti.

6. Dal turismo high-tech al turismo high-touch

L’adozione delle tecnologie digitali ha avuto un grande impatto sul turismo, ma la sfida del futuro è quella di trovare un equilibrio tra efficienza tecnologica e interazioni umane. Le destinazioni devono saper integrare la digitalizzazione, con servizi come prenotazioni online, guide virtuali, e tecnologie avanzate, ma senza sacrificare il contatto umano. Il turismo diventa così “phygital”, un mix tra fisico e digitale, dove la dimensione personale e la connessione umana sono al centro dell’esperienza.

Ma come devono rispondere le destinazioni a questi cambiamenti?

Tali cambiamenti non riguardano solo il comportamento dei turisti, ma anche il modo in cui le destinazioni devono concepire e gestire il proprio ruolo. Il futuro del turismo passa per una riprogettazione totale:

  • Diventare contenitori di esperienze uniche: le destinazioni non sono più solo luoghi da visitare, ma contenitori di esperienze da vivere.
  • Marketing responsabile e segmentato: le campagne promozionali devono riflettere i valori locali e rispondere a target segmentati, basati su interessi specifici.
  • Gestire il turismo in modo sostenibile: valorizzare il DNA della destinazione, evitando la commoditizzazione della cultura locale e puntando sulla sostenibilità consapevole.
  • Empowerment della comunità locale: la qualità della vita dei residenti è essenziale per garantire una visitor experience autentica. Le comunità devono essere al centro della gestione turistica.
  • Bilanciare efficienza e contatto umano: il mix giusto tra tecnologia e interazione personale è cruciale per rispondere alle nuove esigenze dei turisti.

In un contesto in continuo cambiamento, le destinazioni turistiche che sapranno adattarsi a queste rivoluzioni, spostando l’attenzione dal volume al valore, dalla quantità alla qualità, e dalla massificazione alla sostenibilità, saranno quelle in grado di attrarre i viaggiatori del futuro. Un futuro che parla di esperienze uniche, di rispetto per l’ambiente, e di comunità locali protagoniste di un turismo che vuole essere più consapevole e responsabile.

di Josep Ejarque