turismo di massa

Turismo di massa vs turismo di qualità

Overtourism: un concetto abusato o una reale emergenza?

La parola “overtourism” è ormai entrata nel linguaggio comune. Molte destinazioni vengono etichettate come di turismo di massa, quando in realtà si tratta di semplici congestioni stagionali. Tuttavia, il problema esiste, e in alcune località è diventato strutturale e persistente.

Esistono due forme di pressione turistica:

  • Overtourism: elevato rapporto tra posti letto turistici e popolazione residente;
  • Overcrowding: concentrazione di visitatori giornalieri che supera la capacità locale.

Entrambe le situazioni impattano negativamente su:

  • Qualità della vita dei residenti
  • Esperienza autentica dei visitatori

Turista o viaggiatore? Una distinzione sempre più sfumata

Il dibattito tra “turismo di massa” e “turismo di qualità” si ripropone ciclicamente. Ma cosa distingue oggi un turista da un viaggiatore?

  • Chi vola low cost contribuisce automaticamente al turismo di massa?
  • Partecipare ad un’esperienza “local” rende un turista di qualità?
  • Serve una motivazione culturale per definirsi viaggiatore?

La verità è che il turismo riflette le contraddizioni delle società occidentali: è onnipresente, edonistico, desideroso di autenticità, ma anche vittima del consumismo. Il turista moderno rifiuta l’etichetta, pur contribuendo alle dinamiche che critica.

L’effetto boomerang: destinazioni che si adattano ai turisti

Per intercettare la domanda crescente, le destinazioni hanno moltiplicato l’offerta di servizi turistici e intrattenimento, ma con un effetto collaterale:

  • I centri storici si svuotano di residenti;
  • Le case diventano affitti turistici brevi;
  • I negozi locali cedono il posto a franchising e souvenir shop;
  • La cultura locale si adatta e si semplifica in chiave folklorica.

Il risultato? Le destinazioni rischiano di diventare parchi tematici senz’anima, luoghi dove l’autenticità è sostituita da una scenografia turistificata.

La falsa dicotomia tra turismo di massa e turismo di qualità

Nel tentativo di contrastare l’overtourism, si ripropone una soluzione semplificata: eliminare il turismo di massa per puntare al turismo di qualità. Ma è davvero così semplice?

  • Tutti i turisti si considerano di qualità;
  • Le tasse di soggiorno o i biglietti d’accesso non selezionano i visitatori in base al valore, ma solo il loro budget;
  • Il turista “di qualità” non è definito dal mezzo di trasporto o dal prezzo pagato, ma dall’atteggiamento e dalla consapevolezza.

Gestire il turismo, non demonizzarlo!

Il turismo è una risorsa essenziale per molte località italiane e per l’intera economia nazionale. Tuttavia, serve una gestione strategica, e non solo misure spot.

Cosa non basta:

  • Limitare arrivi croceristici;
  • Introdurre ticket o tasse pensando di filtrare i turisti;
  • Parlare genericamente di sostenibilità.

Cosa serve davvero:

  • Gestione attiva della capacità di carico, sia fisica che sociale;
  • Politiche integrate su residenza, commercio e servizi pubblici;
  • Differenziazione dell’offerta turistica per distribuire i flussi;
  • Pianificazione a lungo termine guidata da KPI di impatto e non solo di volume.

Bisogna però considerare che ogni destinazione è unica e necessita di una gestione su misura.

Ogni territorio infatti ha:

  • Un proprio tessuto sociale e culturale;
  • Una capacità di carico differente;
  • Una storia e un’economia turistica specifica.

Per questo, la gestione deve essere personalizzata, flessibile, e orientata a preservare l’equilibrio tra residenti, turisti e ambiente.

Il dibattito sull’overtourism non deve trasformarsi in allarmismo. È necessario evitare generalizzazioni e passare dalle parole ai fatti.

Parlare di turismo sostenibile non basta: bisogna implementare misure concrete, progettare destinazioni per tutti, valorizzare le comunità e governare i flussi turistici con dati, pianificazione e buon senso.

di Josep Ejarque